La fame di vittorie di Tanja Romano

«Più vinci più hai voglia di vincere
È la malattia di noi sportivi.»
Tanja Romano,
campionessa del mondo 2010
pattinaggio artistico a rotelle

Lo aveva detto a febbraio nella trasmissione Sotto voce per rispondere al “padrone di casa” Gigi Marzullo che le chiedeva se non fosse stanca di pattinare e vincere dopo 8 vittorie consecutive ai campionati del mondo. E, infatti, all’edizione successiva che si è svolta dal 24 novembre al 4 dicembre a Portimao, in Portogallo, ha confermato la sua voglia di vittoria riprendendosi il titolo di campionessa del mondo nella specialità libero.
Dopo il secondo posto provvisorio nello short, la pluricampionessa atleta della Società Sportiva Polet di Trieste, ha agguantato la medaglia d’oro grazie allo splendido programma lungo che vedete nel video qui sotto. Per Tanja si tratta del 15° titolo in un campionato del mondo che va ad arricchire il suo già invidiabile palmares.

La domanda di Marzullo era anche lecita. Di altri sportivi sentiamo spesso citare la mancanza di motivazione dopo una vittoria importante come giustificazione per il successivo calo di rendimento. Come può un’atleta che ha vinto praticamente tutto a divertirsi ancora a gareggiare? Ma la risposta che trovate nel suo sito è perentoria: «È proprio perché continuo a divertirmi, nonostante 20 anni di attività, che mi alleno ancora fino a sette ore al giorno, anche sette giorni su sette.» E i risultati con un simile impegno non possono che arrivare.
Merito suo e della sua grande determinazione. Ma forse anche dell’essere nata in una città come Trieste, da una famiglia col pallino dello sport e molto disponibile ad assecondare le sue inclinazioni.

Senza dimenticare il suo staff: «Un ruolo decisivo per lo sviluppo della mia carriera è sempre svolto dalle persone che hanno collaborato con me su diversi piani. – scrive nel sito – Dalla pista alla palestra, dagli abiti alle coreografie, queste persone sono state fondamentali nel corso della mia carriera», di sé dice: «Sono nata e cresciuta a Trieste, città che amo. Per questioni familiari, storiche e di vicinanza al confine, appartengo alla minoranza slovena di Trieste, il che mi ha permesso da sempre di parlare fluentemente lo sloveno e l’italiano. Mi sento fortunata per essere nata in una città che non solo riesce ad unire l’intensità del mare alle particolarità dell’altopiano carsico, ma anche l’Est all’Ovest. Trieste è un crocevia di culture e religioni, conseguenza sia della sua posizione geografica di “frontiera” sia delle vicissitudini storiche che ne hanno fatto un punto di incontro di molti popoli. Ho vissuto con la mia famiglia fino al 2005, quando mi sono trasferita in un’altra bellissima regione italiana, la Toscana. Più precisamente a Tirrenia, località balneare tra Pisa e Livorno. Ciò mi ha permesso di unire lo studio (Facoltà di Scienza motorie all’Università degli Studi di Pisa) e al pattinaggio (ospite della società sportiva La Rosa di Livorno). Ciononostante, cerco spesso di tornare a casa, a Trieste, dove proseguo l’attività sportiva presso la mia società di appartenenza, la società sportiva Polet di Opicina (Trieste). Insomma, vivo tra i livornesi e i triestini. Livorno e Trieste hanno per me due cose fondamentali in comune: il mare e l’essere le città più sportive d’Italia. Lo sport, infatti, rappresenta la mia più grande passione, a cui ho dedicato gran parte della mia vita.»

Le provocazioni di Marzullo su un suo eventuale futuro nel mondo della televisione non hanno trovato appoggio: per ora è un’atleta. Non lo esclude in assoluto, ma nel suo cuore per il momento c’è ancora la passione per questo splendido sport. Eppure l’avvenenza non le mancherebbe. Il sorriso e l’espressività degna di un’artista navigata affascinano anche se si schermisce spiegando che «Nelle coreografie che creo, l’interpretazione del viso è indispensabile quanto i passi, le acrobazie e l’armonia del corpo.»
Nonostante la modestia, bucherebbe il video e il suo sport, quanto a spettacolarità, non ha nulla da invidiare all’omologo sul ghiaccio. Eppure, anche con risultati che non hanno eguali tra gli sportivi italiani, il suo volto non è così popolare come capita invece a colleghi del ghiaccio, sia pur meno decorati. Se ho deciso di dedicare a Tanja lo spazio di Sportivamente, pensieri e parole nello sport è proprio perché, nonostante l’ennesima vittoria in un campionato del mondo, su molti giornali ha ottenuto al massimo un trafiletto e nei giorni in cui Carolina Kostner conquistava anche intere pagine e solo perché stava per partecipare alla finale del campionato ISU. Una disparità di trattamento troppo grande per due sport che almeno esteticamente sono molto simili.

Tra l’altro Tanja non è la sola atleta a raggiungere risultati importanti in campo internazionale. A Portimao, come in tante occasioni precedenti, oltre a lei si è distinta particolarmente tutta la compagine azzurra. A partire da Debora Sbei che oltre alla media d’argento nel libero, dietro proprio a Tanja, si è “consolata” con il titolo nella combinata, e da Cristina Trani che ha confermato la medaglia di bronzo dello scorso anno sempre nel libero. Tripletta, dunque, in questa specialità che ha arricchito non poco il bottino di medaglie già assai sostanzioso della nostra nazionale. Tra junior e senior sono stati infatti ben 14 su 24 i titoli conquistati, oltre a 12 medaglie d’argento e a 10 di bronzo. Una leadership internazionale che la scuola italiana concretizza non solo nel medagliere fastoso ma anche nella qualità tecnica e spettacolare delle perfomance espresse e nella capacità di proporre ogni anno volti nuovi.

Ovviamente soddisfatto in modo particolare il Presidente Fihp Sabatino Aracu, presente a Portimao nella sua veste di numero uno della Federation Internationale de Roller Sports: «I successi dei nostri atleti nel pattinaggio artistico non sono certo una novità ma ogni volta rimango stupito dalla loro bravura e dalla capacità di spostare sempre più in alto il limite dell’impossibile. Grazie al lavoro straordinario della SIPaR abbiamo di sicuro la migliore scuola mondiale in questa specialità e questo è tanto più vero se si considera che molti atleti stranieri che a Portimao hanno ottenuto risultati importanti sono stati seguiti da tecnici italiani chiamati all’estero per diffondere il nostro know-how. Nella veste di Presidente FIRS, durante l’Executive Board, ho lanciato la proposta di un prossimo Campionato Mondiale che veda riunite tutte le discipline rotellistiche che ormai sono diventate 9. Abbiamo illustrato anche le nuove iniziative promosse dalla Firs, World Roller Skating Grand Prix e Roller Cruise, che sono state particolarmente apprezzate per la loro carica innovativa e la possibilità di unire in un mix ideale l’approfondimento tecnico degli stages, il grande spettacolo dei fuoriclasse del pattinaggio e occasioni di turismo sportivo per le famiglie.»

Che dire di più. Speriamo in un futuro di maggiore attenzione da parte dei media a questo sport. Sarebbe bello vedere in tv il prossimo Renault International Roller cup che si è svolto a Modena recentemente come accade per i Galà del pattinaggio artistico in occasione delle feste o dei grandi eventi sportivi.

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