La favola natalizia del maxi albero di Milano

Questa favola parla di un albero. Non di un albero qualsiasi bensì di un Picea abies, meglio noto come "abete rosso", dall'uomo condannato a prematura scomparsa e dall'uomo salvato per più nobile fine.

Si dice che gli alberi possano parlare siamo noi che non sappiamo ascoltarli. Eppure ne avrebbero di storie da raccontare: osservatori silenti, più alti di tutto e di tutti, associati da sempre a simbolo di conoscenza; di saggezza del vecchio. Proprio come quella del nostro abete rosso destinato, insieme a tanti, all'abbattimento selettivo. A raccontarla è stato un giornalista de IlGiorno-Sole 24 ore, la vigilia di Natale.

"Per "ascoltare" la sua storia – scrive infatti nel suo articolo – non bisogna far altro che passeggiare per il centro di Milano in questi giorni di festa, preferibilmente tardi la sera, quando a negozi chiusi, le strade sono vuote. Offuscato il frastuono cittadino, è più semplice percepire anche chi "parla" in silenzio. Passando attraverso l'illuminata Galleria in  direzione   di piazza Duomo, a un certo punto ci fermiamo, quasi istintivamente, con lo sguardo rivolto verso l'alto. Non è la dorata Madonnina ad attirare l'attenzione, ma la maestosità del padrone di casa: il grande albero di Natale. La buona educazione e il rispetto per il guardiano che si erige orgoglioso, induce quasi a chiedere il permesso prima di varcare la soglia. Non è solo una decorazione o un'installazione luminosa. Simboleggia il Natale e, come un monumento, lo fa dal punto più centrale della città. Il suo destino ormai è legato a Milano, non si può però dire la stessa cosa riguardo alle sue radici. Quelle vanno ricercate altrove."

E infatti come ogni favola, anche la storia del nostro albero ha un suo inizio, armato dalle migliori intenzioni, ma con già in sé l'elemento triste o tragico.  "Il Picea abies – continua il racconto – è un albero dell'ordine delle conifere diffuso su tutto il territorio alpino che deve il suo nome al particolare colore della corteccia. L'esemplare, simbolo del Natale milanese, è stato selezionato in base a rigidi criteri estetici nelle foreste trentine. Più precisamente a 1400 metri di altitudine, in prossimità di Marilleva, in Val di Sole tra tanti candidati, destinati tutti all'abbattimento, che hanno affrontato una durissima selezione. Ad aggiudicarsi lo scettro, un magnifico abete di 48 metri, il più superbo albero di Natale d'Europa e tra i più belli del mondo."

Il nostro protagonista per l'appunto. Ma se era tanto bello, perché era tra i destinati all'abbattimento?! Boh! Comunque, bello doveva esserlo per forza: i responsabili della giunta del Comune di Milano non avrebbe tollerato nulla meno del meglio. E a quanto pare il nostro abete li ha soddisfatti, …per lo meno per le misure record, anche se proprio queste hanno rischiato di lasciare curiosamente Milano senza decoro degno di cotanta città.

"E per noi motivo d'orgoglio – ha dichiarato infatti l'assessore all'Arredo Urbano Maurizio Cadeodetenere il primato di albero più alto. Il nostro non ha niente  da invidiare a quello newyorkese esposto al Rockefeller Center. Dimensioni titaniche che hanno causato non pochi problemi durante l'abbattimento, il trasporto e l'installazione in piazza del Duomo."

La questione dell'albero di Natale d'altra parte si ripropone ogni anno e ogni anno viene indetta un'apposita gara d'appalto invitando professionisti del settore. "A vincerla, per la seconda volta, la ditta "Grandi Vivai Sciacca" di Catania. Curiosa, – spiega il giornalista – vista la regione di provenienza, la grande esperienza acquisita con gli abeti alpini."

Oddio, parlare di "vittoria" mi sembra un po' eccessivo, visto che il premio era un cliente dai gusti difficili da accontentare.
L'azienda ha dovuto infatti far fronte alle richieste ben precise dell'assessorato: "un albero di Natale degno di una città come la nostra".

Poche parole, ma chiare e perentorie. Comunque, non si sa se per magia o se è dovuta intervenire la Stella cometa, "l'esemplare è stato individuato con l'aiuto della guardia forestale locale. Quindici valorosi taglialegna e due gru hanno poi provveduto a sezionano, deramificarlo e impacchettarlo per la trasferta. Le operazioni preliminari si sono svolte a fine novembre. Il primo dicembre i trattori della forestale erano pronti per scortare l'ingombrante carico giù fino alla più vicina strada, a 900 metri di altitudine."

Come ogni favola oltre al "cattivo" non poteva però mancare anche il contrattempo, l'inghippo che può rovinare il finale o mettere in pericolo i protagonisti. Nel caso del nostro speciale abete rosso, l'imprevisto è stata una forte nevicata che ha paralizzato le operazioni di trasloco. "L'azienda milanese di autotrasporti "Merli", incaricata di provvedere al trasferimento dell'albero, si è vista impotente davanti al clima avverso. Forse un  avvertimento della natura? – si chiede il giornalista in veste speciale di cantastorie – Intimidazione o no, la volontà di donare l'albero ai milanesi ha prevalso. Grazie al prezioso aiuto della Provincia di Trento e dei Carabinieri della zona accorsi a "spalare" neve per tutto il giorno, alla fine, la situazione si è sbloccata."

Insomma sono arrivati i "nostri" con il loro carico di professionalità e una spruzzatina di bontà natalizia. Il nostro abete però non era ancora arrivato a destinazione.
"Caricato su diversi camion, il convoglio "eccezionale", scortato anche dalle forze dell'ordine, è finalmente riuscito a partire con destinazione Milano.
"Occupavamo due corsie
– racconta uno degli uomini della "Merli" – e non era facile scendere verso l'autostrada attraversando la Val di Sole e la Val di Non, tra quei tornanti strettissimi". Dopo 250 chilometri circa, il carico di ben 15 tonnellate, ha bussato alle porte della città. Passando per viale Monza, allo scoccare della mezzanotte, ha rischiato anche di appropriarsi delle luminarie che decorano le strade. Ma, anche in questo caso, evitato qualunque tipo di incidente, ha finalmente fatto il suo ingresso trionfale in piazza Duomo."

Tuttavia, a quel punto mancava ancora qualcosa: bisognava preparalo di tutto punto per le grandi festività e, non dimentichiamolo, il suo importantissimo compito di angelo custode del salvadanaio con i fondi destinati ad aiutare i bambini e gli adolescenti malati di tumore della LILT.

Ma dopo tutta la fatica fatta per arrivare fino al cuore pulsante della città lombarda, niente poteva più spaventare. E infatti…
"Eretto e riassemblato (i rami sono stati trasportati separatamente) ha dovuto solo attendere il sarto con il vestito da cerimonia. Ottantamila lucine e 15 mila fiori bianchi che dopo il lungo travaglio, hanno potuto finalmente risplendere nel cielo sopra Milano."

C'era una volta… e c'è ancora! Perché ora è lì, orgoglioso, a fare da guardiano alla piazza, nel compito non facile di simboleggia il Natale e invitare a riflettere sul vero significato della festività. Non è quindi un caso che ai suoi piedi infatti, il prezioso abete, custodisca un altrettanto prezioso salvadanaio destinato alla Lilt (Lega italiana per la lotta ai tumori). "Lo sorveglia anche quando calala notte e prevale il silenzio. L'invito è ad ascoltare chi avrebbe molto da raccontare e donare un sorriso a chi ha poco di cui sorridere."

Se il finale di questa favola lieto sarà, dipende da tutti noi, milanesi e non, che in queste festività ci troveremo per lavoro o per svago a passare da piazza Duomo. Se saremo generosi e, passando a lasciaremo un piccolo pensiero per i piccoli malati, allora, chissà, potremo dire che il sacrificio del nostro abete rosso e di tutti quelli che l'hanno aiutato non sarà stato vano. Allora potremo dire davvero … vissero tutti felici e contenti …

Immagini: Albertocane Blog (in alto); IlGiorno-Sole 24 ore (in basso).

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