«Non sento la necessità di fare testi impegnati.
Se c’è gente che muore di fame
meglio fare qualcosa di concreto.»
Malika Ayane, cantante
Diciamo che se c’è gente che muore di fame meglio fare soprattutto qualcosa di concreto. Ma non sottovaluterei il potere della musica di smuovere coscienze, denunciare ingiustizie e, in definitiva, di dare voce a chi non l’ha.
Certo, non è facile soprattutto oggi in cui la musica è soprattutto spettacolo, business e si tende a guardare in generale nel proprio orticello … Vengono a mancare le motivazioni principali: le necessità. Se ho tutto, compresa la libertà di denunciare eventuali mancanze, perché mai dovrei rischiare di perderlo impegnandomi in battaglie non mie?
E guardate che sono in tanti chi più chi meno a pensarla così. E, infatti, di musica realmente impegnata oggi ce n’é proprio pochina. La maggior parte di quella spacciata per tale è solo un trucco che ha come unico scopo quello di far parlar di sé e aumentare i propri guadagni.
Poi ci sono ovviamente le eccezioni, sia in un senso che nell’altro, perché se da un lato c’è chi crede ancora fermamente nel potere della musica di cambiare le cose e fa musica impegnata, dall’altro c’è chi come Malika sceglie di non fare musica impegnata per fare qualcosa di più cincreto.
Però anche in quest’ultimo caso è la musica lo strumento. Se un musicista famoso e apprezzato si impegna nel concreto, quello che può ottenere è molto più di quello che potrebbe ottenere una persona comune. La fama e il successo danno soldi e credibilità e quindi maggiori probabilità di essere effettivamente concreti magari anche solo spingendo altri ad agire e a impegnarsi.
Direttamente o indirettamente la musica può fare, insomma, grandi cose. L’importante è fare e fare alla svelta.
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