Vissi d’arte… e di motori. Il genio di Puccini diviso tra musica e amore per le auto

La Royal Philharmonic orchestra di Londra con Miguel Angel Gomez Martinez suonerà questa sera a Lucca nella giornata culmine dell'anno pucciniano. Oggi, 22 dicembre cade infatti l'anniversario dei 150 anni della nascita di Giacomo Puccini. Il concerto, organizzato dal Comitato nazionale per le celebrazioni pucciniane in collaborazione con il teatro del Giglio e la Fondazione del festival pucciniano, chiude quindi un anno ricco di manifestazioni, mostre e allestimenti dei capolavori che hanno celebrato il Puccini musicista. Un genio certo, ma il cuore di questo artista un po' irrequieto non batteva solo per la musica. Un'altra sua grande passione erano i motori. Amava acquistarli e possederli, ma anche farcisi fotografare insieme, tanto che nel 1902 la rivista "L'Auto" gli dedicò la copertina di febbraio al volante della sua vettura. Titolo del servizio "Automobilismo e arte".

Inevitabile che nell'ambito dei festeggiamenti per i 150 anni dalla nascita di Giacomo Puccini, siano state tante le manifestazioni che hanno ricordato oltre al musicista anche il grande appassionato di motori.
A Lucca, sua città natale, a giugno è stata organizzata, ad esempio, "Puccini, le sue terre e i suoi motori", manifestazione ASI per Auto e Moto d'Epoca ante 1945 con rievocazione del circuito Delle Mura per ripercorrere le strade e i luoghi dove il maestro ha vissuto e che hanno ispirato le più belle musiche di tutti i tempi di cui è disponibile il video.

Sempre a giugno, ma a Monza, città in cui Puccini visse dal 1896 al 1998 e scrisse l'opera Edgar, è stata invece organizzata la mostra "Giacomo Puccini e i motori" con tutti i 9 modelli d'epoca da lui amati e posseduti, accanto a immagini delle raccolte Bertarelli che lo ritraggono al volante in solitaria o assieme ad amici. In una foto del 1911, ad esempio, Puccini è a bordo di una Fiat Tipo 1 con Gabriele D'Annunzio.

La prima auto, una De Dion Bouton 5 CV, l'acquistò nel luglio del 1901 per la cifra spropositata in quell'epoca di 3.800 lire. In quell'anno circolavano in Italia solo 917 sutoveicoli, uno ogni 37 mila abitanti. Poi venne una Clement Bayard verde con cui ebbe il brutto incidente del 25 febbraio 1903. Nel 1905 acquistò una Sizaire Nadin bianca e nel 1909 rilevò una Isotta Fraschini AN 20/30 Hp. L'immancabile serie di Fiat: la già citata Tipo 1 del 1911 e la 509 del 1919. Nell'agosto del 1922 intraprese un lungo viaggio attraverso l'Europa con la sua Lancia Trikappa, ma a Parigi nello stesso anno noleggiò anche una Citroen 5CV Torpedo per raggiungere la Normandia. La sua ultima auto fu una Lancia Lamba, consegnatagli nella primavera del 1924. Pochi mesi prima della morte scriveva da Viareggio "Turandot è quasi ultimata, manca solo il duetto del terzo atto. I poeti debbono mandarmi i versi… Per fortuna ho la mia Lambda". Con quest'auto compì il suo ultimo viaggio: era il 4 novembre del 1924 e si recò alla stazione di Pisa per prendere il treno che lo portò a Bruxelles dove fu sottoposto all'operazione per cercare di rimuovere il tumore alla gola che gli risultò invece fatale.

Di quell'anno gli rimaneva il rammarico di non aver potuto andare a Monza per vedere il Gran Premio a causa proprio della malattia e degli impegni con la stesura della Turandot.

Nota. "Vissi d'arte" è il titolo di una romanza del II atto di Tosca.
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