CE L’ABBIAMO FATTA!! La Nazionale Italiana ha vinto la Finale ai Mondiali di Germania…
Parliamo ancora di performance, naturalmente, visto che altri siti e blog si occupano della cronaca e dei commenti.
Avevo detto che la forma della nostra squadra era in crescendo, e che avrebbero giocato bene e meglio. Naturalmente la Francia è stato l’avversario in assoluto più forte e difficile da battere in tutto il torneo Mondiale.
Vorrei approfittare di questo post scritto a caldo, sull’onda dell’emozione, per sottolineare un aspetto della performance che riguarda tutti: la profonda commistione delle emozioni e delle fisiologie, l’interrelazione tra pensieri e neuroni, l’intreccio inestricabile tra i sentimenti e la biochimica, tra energie interiori ed energie muscolari.
Chi comprende a fondo questo aspetto della nostra fisiologia è un bel passo avanti: non esiste, con buona pace di chi vuol fare a tutti i costi lo scienziato razionaloide, un aspetto del corpo che non implichi e non s’intrecci a emozioni e stati d’animo.
Il modo in cui i nostri giocatori hanno evidentemente cominciato ad aver la tremarella, a perdere palloni, a non correre più, aveva ben poco a che fare con quella fatica che si misura in minuti di gioco, in chilometri percorsi, in giornate di riposo. È quello che si chiama anche braccino, quando sembra che il corpo non ti risponda, quando anche le azioni atletiche più semplici diventano imprese erculee.
Qualcuno ha detto che i supplementari che l’Italia ha dovuto giocare contro la Germania pesavano di più del giorno in meno di recupero che la Francia ha avuto a disposizione prima della Finale: non ci credete.
Quando dopo quattro giorni non si recupera, quando il respiro è corto, quando le gambe sembrano tremare e siamo scarichi di vitalità, vuoti di energia, c’è l’ansia a farla da padrona. È vero che i francesi (per la maggior parte negri, quindi con una marcia in più rispetto alle nostre morfologie e fisiologie) erano messi molto bene atleticamente, ma lo scadimento prestativo della nostra squadra non ha giustificazioni di tipo atletico. Stavamo messi bene, ed eravamo in crescendo. Una dimostrazione? Riavvolgete i vostri VHS, e riguardatevi la corsa di Fabio Grosso dopo aver battuto il suo rigore… nessuno riesce a prenderlo, neanche gli uomini della panchina!