di Gianfranco Di Mare
Performance Engineer
Tiriamo le fila del discorso iniziato martedì. Tenete presenti le cose che abbiamo detto (comprese le risposte alle domande dei lettori), perché adesso ci serviranno tutte!
Le sostanze vegetali sono solitamente abbastanza povere in varietà di aminoacidi; risulta perciò difficile ottenere una completa attività anabolica proteica a partire da una sostanza vegetale. Per ottenere uno spettro completo da un solo pasto è opportuno quindi associare i vegetali ed i cereali secondo combinazioni ben note (riso e legumi, ad esempio).
A dire il vero, non è necessario fornire al corpo l’intero spettro aminoacidico ad ogni pasto: l’organismo ad esempio è in grado di operare un parziale immagazzinamento di aminoacidi, che è poi in grado di combinare con quelli assunti nel pasto successivo.
Stabilito, quindi, che anche mangiando solo vegetali in un pasto l’organismo potrebbe avere a disposizione l’intero spettro degli aminoacidi, dobbiamo sottolineare come sia stato visto che aminoacidi e peptidi provenienti dalla demolizione di catene proteiche complesse di origine vegetale tendono a costruire – in fase anabolica – nuove catene proteiche, le quali però non esibiscono la medesima stabilità temporale e tenuta agli agenti esterni come le proteine costruite a partire da aminoacidi di origine animale.
(Un discorso simile avevamo già fatto per le proteine e gli aminoacidi in polvere.)
Questo comportamento ha una serie di conseguenze che esamineremo nel prossimo post. Oggi vorrei specificare che, quando ci riferiamo alle proteine nel nostro corpo, il nostro pensiero non deve andare solo ai classici tessuti solidi (muscoli, ossa, cartilagini…) ma anche – ed a volte soprattutto – agli enzimi, ai coenzimi, agli attivatori, agli ormoni, ai carrier, alle sostanze “di servizio” e di supporto che garantiscono che tutto l’organismo funzioni bene.
Restate connessi, continuiamo nel prossimo post.
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