Farmaci omeopatici, l'Unione europea impone una normativa ma i guru della medicina italiana non ci stanno

Osservate bene le due immagini allegate al post, la prima rappresenta l'Oscillococcinum, un rimedio omeopatico contro l'influenza, come viene venduto nella farmacie italiane, mentre la seconda come possiamo trovarlo nelle farmacie dei nostri cugini europei, in Francia, in Germania, in Inghilterra.

Qual è la differenza? In Italia – ma anche in Spagna – i rimedi omeopatici non possono per legge contenere né sulla scatola, né tantomeno in un foglietto illustrativo alcuna indicazione terapeutica, questo perché non sono considerati medicinali, bensì prodotti. C'è chi come il Prof. Garattini (vedi video), fondatore e direttore dell' Istituto Negri di Milano, li considera "acqua fresca". Ma siamo in Italia, un paese in cui l'omeopatia non viene accettata dai guru della medicina… Le cose, però, potrebbero cambiare anzi dovrebbero cambiare sotto la spinta dell'Unione Europea che pretende dall'Aifa (Agenzia italiana del farmaco) una nuova normativa sui medicinali omeopatici ad altissima diluizione, allo scopo di mettere in commercio solo quei prodotti innocui, provenienti da materiali e da aziende produttrici sicure. Sono più di 30000 i medicinali omeopatici da passare al vaglio, come riporta Il Corriere di domenica 22 novembre sulle cui pagine troviamo un articolo del Prof. Garattini prevedibilmente polemico nei confronti della decisione dell'UE:

Chiaramente, poiché molti di questi prodotti non conten­gono nulla, l’unica proprietà che si può uti­lizzare è il loro effetto placebo, cioè un’azione aspecifica che sfrutta soprattut­to la suggestione delle persone. Che tutti questi prodotti debbano passa­re attraverso la valutazione delle Agenzie regolatorie — l’Aifa in Italia dovrebbe valu­tarne oltre trentamila! — è certamente uno spreco di risorse umane che vengono distratte da attività utili ai pazienti. È an­che inopportuno che l’esame da parte di commissioni scientifiche implicitamente legittimi prodotti senza alcun fondamento scientifico; questo determinerà indubbia­mente un danno per i pazienti che saranno esposti all’uso di prodotti inefficaci quan­do invece esistono farmaci che possono migliorare i sintomi o curare la loro malat­tia. Infine, si creerà grande discrepanza fra prodotti omeopatici, che potranno entrare in commercio con procedure semplificate, e prodotti farmaceutici, che devono invece sottoporsi a lunghi e costosi percorsi pri­ma di poter entrare sul mercato. La salute pubblica non può proprio esserne felice!"

Per par condicio il quotidiano milanese ospita un pezzo del medico omeopata Elio Rossi il quale replica al Prof Garattini:

"Una vasta letteratura, pubblicata su rigorose riviste scientifiche interna­zionali, dimostra che le diluizioni omeo­patiche hanno proprietà chimico-fisiche specifiche e possono trasmettere infor­mazioni di tipo elettromagnetico in gra­do di influenzare i sistemi biologici. Re­centemente ricercatori svizzeri hanno di­mostrato, con uno studio randomizzato e controllato, che preparazioni omeopati­che di solfato di rame, quarzo e zolfo, in alte diluizioni decimali e centesimali, analizzate con spettroscopia UV hanno proprietà fisico-chimiche diverse dal sol­vente puro, anch’esso sottoposto a suc­cussione. Analoghi risultati sono stati ot­tenuti con la risonanza magnetica nucle­are su alte diluizioni centesimali di ista­mina. Le preparazioni omeopatiche perciò non sono «neutre», ma possono avere un’attività biologica, come dimostrano numerosi studi scientifici in vitro e stu­di clinici che una parte del mondo acca­demico, pregiudizialmente ostile, si osti­na a ignorare".

E voi come la pensate?

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