Tv cattiva maestra ma buona dottoressa?

Il piccolo schermo pullula di cattivi esempi, ma si propone spesso anche come servizio di pubblica utilità per quelle che possono essere le necessità più immediate nella vita quotidiana dei telespettatori. La salute è senz’altro tra queste, e non da oggi.
Ma come parla (quando ne parla) la tv di salute? E’ una brava dottoressa o è un pessimo esempio anche quando si occupa di temi medici?

A questo interrogativo cerca di dare una risposta il libro Tv buona dottoressa (Rai Eri, 2010), presentato ieri a Roma nella sede Rai di viale Mazzini. Attraverso le parole di Roberta Gisotti e Mariavittoria Savini, il volume ripercorre la storia della medicina nella televisione italiana, dal 1954 ad oggi, allargando il tema alla sfera più generale della salute e del benessere.

Le due Autrici hanno ripercorso generi e tendenze, forme e contenuti delle trasmissioni specializzate, partendo dagli albori del piccolo schermo nell’Italia del secondo dopoguerra e approdando, stagione dopo stagione, all’odierna società dell’informazione globale, dove cresce la domanda di un’informazione scientifica capillare e dettagliata, mentre aumenta l’interesse per tutto quanto attiene la medicina, la salute, il benessere.

Tutto questo ce lo raccontano nel primo libro sulla medicina nel piccolo schermo. Da leggere per capire se la ‘Tv buona dottoressa‘ o se è il caso di chiedere il secondo parere.

L’obiettivo, infatti, è diverificare e migliorare il ruolo della televisione italiana a servizio di una corretta informazione medica, in un’ottica di prevenzione, a sostegno della diagnostica, del trattamento e della cura delle patologie o semplicemente nel favorire stili di vita e consumi salutari.
Da qui la necessità di individuare elementi che inquinano la comunicazione medica o in contrasto con la deontologia medica o giornalistica, e di segnalare anche discutibili mercificazioni o spettacolarizzazioni del prodotto salute-benessere, in particolare nei programmi d’intrattenimento, nelle fiction e nei reality.

Filo conduttore di questa indagine conoscitiva è il rapporto complesso tra spettatori e tv legato alla sfera medica, ma anche all’esigenza del pubblico di accrescere il proprio benessere psicofisico e al desiderio di piacersi e accettarsi in una società dove l’immagine è sovrana.

A ulteriore garanzia della genuinità dell’indagine delle due autrici c’è la firma di Umberto Veronesi che ne ha curato le prefazione.

Fonte: Adnkronos Salute

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